Note

Pasquale Sebastianelli  “La mia vita con il Braille”

Pasquale Sebastianelli è un componente del Comitato Scientifico del Premio Letterario. E’ anche componente del Consiglio della sezione UICI di Benevento. E’ non vedente, ma non dalla nascita.

Sue sono le indicazioni per migliorare  la stampa dei testi in caratteri Braille, con notevole economia delle pagine e quindi  maggiore precisione al tatto del testo.

Di seguito alcune sue riflessioni.

” La malattia che mi avrebbe portato alla cecità, atrofia ottica, mi fu diagnosticata quando avevo otto anni. Un’età in cui si è protetti dall’affetto fortissimo dei genitori e dei familiari, per cui non vissi alcun dramma.

Piano piano, quasi con dolcezza, mi addentravo in un tunnel, non buio ma sconosciuto.

Dovetti lasciare il mio paese in provincia di Benevento, i miei amici, per iscrivermi prima ad una scuola  speciale, il Martusciello di Napoli, poi all’Istituto specializzato Colosimo, per non vedenti.

Ebbi la conferma che stavo entrando a far parte di un altro mondo, con naturalezza, senza sconvolgimenti.

Avevo sempre tutti intorno. Mi portavano per mano.

Quando poi ho incontrato il Braille, un metodo con una forza incredibile, ho avuto la certezza che l’indipendenza, la libertà ma soprattutto la dignità , non sarebbero mai andate perse.

Il conforto maggiore nell’apprendimento del Braille era la coscienza dell’umanità che l’aveva prodotto. Il Braille, la nuova luce, una sicurezza.

Quella stessa sensazione di conforto l’ho avvertita qualche anno fa, quando ho toccato le schede tattili dell’Archivio creato a Benevento.

Ora il premio letterario. Sono fiero di farne parte.

E’ l’umanità che dà la vera luce.”


NOTE EDIZIONE 2025

Nella bellissima cornice del Museo Nazionale  Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci in Milano, si è tenuto, Venerdi 3 Ottobre, l’evento di premiazione della Decima Edizione del Premio Letterario Benevento Braille.

Il premio di questa edizione è andato a Francesco Bonami, autore del libro “Bello, sembra un quadro” , Feltrinelli Editore. Il libro è stato riportato anche  in Braille.

Nell’ambito della premiazione sono stati consegnati i premi anche ai cinque Autori candidati oltre il Dott. Bonami.

In ordine alfabetico:

Maria Vittoria Baravelli , “Miglior libro per il giornalismo” per il “ Il Mondo non merita la fine del Mondo” Rizzoli – Mondadori Editore;

Mauro Covacich, “Miglior libro da sceneggiatura” per “L’ arte Contemporanea spiegata a tuo marito”, Laterza Editore;

Ugo Nespolo, “ Miglior libro d’Artista sull’ arte contemporanea” per “Vizi d’Arte”, Skira Editore;

Carlo Vanoni, “Miglior libro per le scuole” per “L’ Arte quando brucia”, Solferino Editore;

Marco Ventoruzzo, “Miglior libro per gli enti museali e la didattica” per “ Il Van Gogh di Liz Taylor”, Egea Editore.

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Di seguito il ringraziamento di Francesco Bonami.

Ho due importanti motivi per essere non solo felice ma onorato di ricevere questo premio letterario .

Il primo, banalmente, è che questo , forse sembrerà strano , è il primo premio in assoluto che ricevo nella mia lunga carriera di critico , curatore e autore di libri sull’arte contemporanea.

Il secondo , molto più importante e rilevante , è il fatto che questo premio rispecchia in modo completo la natura della mia scrittura ed il mio approccio alla divulgazione dell’arte .

Un libro sull’arte senza immagini è per alcuni un controsenso . Per me invece è la conferma che l’arte non è solo una questione d’immagini ma d’immaginazione e capacità di raccontare le proprie esperienze e le proprie idee. Dopo aver visitato centinaia di mostre nel corso della mia carriera oggi io stesso amo molto di più ascoltare i racconti di chi ha visitato una mostra che visitarla personalmente . Il racconto di un esperienza artistica ha qualcosa in più del trovarsi presente davanti ad un opera d’arte. Questo qualcosa sono le nostre invisibili emozioni ed i nostri punti di vista personali ed interiori . Il mio libro è stato scritto partendo proprio dai miei punti di vista personali interiori mescolandoli con le mie emozioni ed umori . Ricevere questo premio è la conferma che il mio modo di concepire la divulgazione ed il racconto sull’arte ha una sua ragione d’essere ed una sua validità .

Un grazie quindi dal profondo del mio cuore a tutti coloro che hanno condiviso questa mia idea dell’arte premiandomi.

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Le parole dell’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Dott. Tommaso Sacchi:

“Tra Voi per celebrare la decima edizione del Premio Letterario Benevento Braille, un’iniziativa che da 10 anni ha saputo coniugare letteratura, accessibilità e inclusione sociale e culturale, trasformando la lettura in un’esperienza davvero condivisa e senza barriere. Rivolgo innanzitutto un grande ringraziamento al Presidente  del Premio Dario D’auria e a tutti gli organizzatori per il lavoro che hanno svolto fin qui. Promuovere  l’ accessibilità di un libro attraverso la  trascrizione in Braille significa non solo riconoscere il valore dell’opera premiata, ma anche affermare un principio fondamentale, la cultura appartiene a tutti noi. L’assegnazione del premio al libro ” Bello, sembra un quadro” di Francesco Bonami aggiunge un significato ulteriore. L’arte contemporanea, spesso percepita come complessa da decodificare e distante, viene qui raccontata con chiarezza e con ironia, aprendo nuove possibilità di partecipazione e di comprensione dell’arte stessa. Sono certo che questo premio continuerà a rafforzare l’idea di una cultura accessibile è aperta a  tutti, inclusiva, capace di innovare senza perdere di vista nessuno. Grazie”

 

 

 

Ho letto tutti i libri proposti con interesse sincero e con gratitudine. All’università ebbi la fortuna di seguire tre corsi, arte medievale, moderna e contemporanea. A casa, in famiglia, quella di crescere in un ambiente dove mostre e musei non erano occasioni sporadiche, ma parte integrante del vivere. Leggere questi testi è stato un po’ come tornare in aula universitaria e a casa.

Per la maggior parte di chi non vive l’arte da addetto ai lavori, il rapporto con essa è fatto di tante cose: un po’ di storia dell’arte studiata qua e là, l’emozione improvvisa davanti a un quadro, il bisogno di capirne il contesto, e infine la riflessione. A volte ci si affida agli storici o ai critici, come si chiederebbe consiglio a un amico più esperto, nel tentativo di orientarsi. Alcuni libri mi hanno parlato con toni colloquiali, altri con linguaggi multidisciplinari o prospettive legali e curatoriali. Ho incontrato narrazioni coinvolgenti, strutture narrative originali, sguardi critici, ironia elegante e perfino provocazioni sapienti. In ognuno ho visto riflessa, in modo diverso, la possibilità di raccontare l’arte con intelligenza e stile, senza rinunciare all’ironia e al sarcasmo. Scegliere un libro preferito è cosa ardua. Perché ognuno, a modo suo, ha offerto una lente nuova, affilata, umana e viva, su quell’universo caleidoscopico che chiamiamo arte. E alla fine, ciò che resta è la meraviglia di aver ascoltato tante voci diverse parlare, tutte, della stessa passione.

L’arte contemporanea spiegata a tuo marito” di Mauro Covacich.

Ho apprezzato lo sguardo ironico, colloquiale e soprattutto profondamente umano. Racconta il mondo dell’arte con un tono divulgativo, accessibile, irriverente ma mai gratuito. Ed è proprio in questo equilibrio tra leggerezza e riflessione, tra sarcasmo e verità, che questo libro trova la sua forza, rendendo la lettura piacevole e accessibile.

Grazie per l’attenzione e per l’opportunità.

Anna Golfetto

 

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Il percorso narrativo, a tratti romantico, che ci viene offerto dalla giovanissima autrice, Maria Vittoria Baravelli.

Il libro, intitolato “Il mondo non merita la fine del mondo”, trascina il lettore in un notevolissimo viaggio emotivo e sensoriale, oltre che culturale.

Già il titolo del testo si è prestato da subito ad innumerevoli riflessioni.

Ebbene, cosa sarebbe il mondo senza arte? Non potrebbe esistere ed è anche per questo che non merita di finire. L’arte, in ogni sua forma e manifestazione, va ad immortalare sensazioni, pensieri, esseri animati e non, rendendoli “infiniti”. Per sempre.

L’arte come espressione libera di emozioni ed interpretazione. L’arte come capacità di fermare il tempo e, al tempo stesso, di guardare oltre. L’arte come amore e meraviglia, stupore e torpore.

Come sottolinea la stessa autrice, “l’arte è esperienza viva”, non è sufficiente guardarla attraverso uno schermo “è necessario immergersi in essa, viverla nei musei e nelle mostre. La tecnologia può ampliare la nostra capacità di conoscere, ma è la presenza fisica davanti a un’opera a innescare un legame profondo e indimenticabile…”.

L’arte “vissuta” ci mette non solo in intimo contatto con il proprio autore ma ci fa indagare profondamente nel nostro io, divenendo linguaggio silenzioso e potente. Ognuno trae dall’arte ciò che vede e sente.

Tutto può essere trasformato in arte e tutto può divenire arte.

L’arte, oserei dire, diviene pura, visibile ed intrinseca manifestazione del creato, di ciò che osserviamo dentro e fuori di noi, per ricordarci, come scrive l’autrice, che “il mondo è troppo ricco di bellezza e significato per meritare la fine”.

Ringrazio di vero cuore il Presidente dott. Dario D’Auria e l’organizzazione del Premio per avermi dato l’opportunità di conoscere ed approfondire, attraverso lo sguardo di autorevoli autori, un tema che più di altri si presenta davvero molto interessante.

Santa Esposito

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“L’arte contemporanea spiegata a tuo marito”.

Mi pare che il tema che fa da sfondo alla stesura del “racconto” sia di grande attualità: la comunicazione della bellezza a tutte le fasce di età, ai vari strati sociali…ma soprattutto agli artisti che spesso trasmettono messaggi secondo codici che essi stessi ancora non metabolizzano. Fatto sta che l’arte, e con essa la visionarietà e la creatività, dovrebbero acquisire un ruolo centrale nei processi di sviluppo che tutti auspicano ma nessuno incoraggia sul serio. Si ha paura delle avanguardie, dei contesti in cui si elaborano programmi perché si preferiscono i fuochi d’artificio, le cui ceneri però non concimano il futuro.

Comunicare l'”ancora possibile” ha bisogno di coalizioni convinte e convincenti, di espressioni artistiche che, pur guardando prima e avanti, non siano tanto un motore di ricerca ma la ricerca di un motore. A partire dal favorire la “democrazia degli occhi”, anche se essi sembrano spenti, cioè consentire a tutti l’ascolto dei rumori di fondo della vita che diventano parole e percorsi soltanto se sappiamo diventare eroi del quotidiano e artisti del nostro piccolo ma originale e orizzonte. Siamo stati creati unici e irripetibili e la società ci ha resi fotocopie. Raccontateci l’arte per riscoprire quello che avevamo riposto in cantina perché ci dicevano che eravamo fuori dal tempo, mentre invece cercavamo di abitarlo con amore. Grazie a Mauro Covacich che ci insegna che l’arte ha ancora tanto da dire ma che deve sapere organizzare il suo racconto perché arrivi a tutti e agli stessi artisti affinché non siano solo comete incendiarie ma accompagnatori di speranza.

Nico De Vincentiis

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Desidero innanzitutto ringraziarVi per l’opportunità offertami di partecipare alla selezione del Premio Letterario Benevento Braille, iniziativa che considero di grande valore per il suo impegno nel promuovere la lettura e l’accessibilità culturale.

Due righe su “A piedi nudi nell’arte” di Carlo Vanoni.

Un’opera che coniuga divulgazione artistica e narrazione personale, accompagnando il lettore in un percorso intimo e diretto dentro il mondo dell’arte, spesso percepito come distante o elitario.

Resto a disposizione per ogni eventuale approfondimento e colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.

Rocco Caprio

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Gentilissimi, nel ringraziare in particolare Dario D’Auria per
l’opportunità di essere coinvolta e beneficiaria della lettura dei sette
libri sul tema dell’arte contemporanea, una materia a me direi
abbastanza sconosciuta  ma approfondita con molta attenzione ed
interesse da diversi punti di vista,sono a rispondere a quanto
richiesto. Premesse alcune difficoltà di carattere tecnico nel poter
“leggere – ascoltare” i libri in modo scorrevole con gli screen reader
vocali del pc o meglio del telefono che, per il loro formato editoriale,
sono risultati un tantino laboriosi, fermo restando che sono state
letture che mi hanno incuriosita, appassionata  ed “illuminata”
facendomi conoscere e comprendere meglio se non anche del tutto,
moltissimi aspetti dell’arte di cui misconoscevo l’esistenza, il
significato  e l’interpretazione,

Nel rimanere a disposizione, rinnovo i miei più sentiti ringraziamenti e
complimenti per questo premio che sono certa verrà assegnato al miglior
libro ed autore sulla materia.

Cordiali saluti Mirella Gavioli

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NOTE EDIZIONE 2024

MARIA CRISTINA DONNARUMMA

PREMIAZIONE  PREMIO  LETTERARIO  BNBRAILLE  IX  EDIZIONE

 

Venerdì 18 ottobre 2024 alle ore 17,00 presso l’accogliente Sala dell’Antico Teatro di Palazzo Paolo V dinanzi ad un numeroso e interessato pubblico si è tenuta la IX edizione del Premio Letterario BNBRAILLE, ideata e organizzata dal dott. Dario D’Auria che ne è l’anima. L’evento è stato coordinato dalla prof.ssa Maria Cristina Donnarumma e sono intervenuti con proprie riflessioni il Magnifico Rettore dell’Università del Sannio Gerardo Canfora, il Magnifico Rettore dell’ Università Giustino Fortunato Giuseppe Acocella, la sig.ra Raffaela Masotta Presidente dell’ Associazione UICI BN, il dott. Valerio Villoresi Presidente della Fondazione Dario Mellone, l’avv. Consuelo Basile in rappresentanza dell’Antum Hotel e il dott. Dario D’Auria.                                                                                                                                                                   Il Premio, che si avvale di vari patrocini morali, quali: Il Comune di BN, la provincia di BN, l’Università del Sannio, l’Unione italiani ciechi ed ipovedenti, l’Università Giustino Fortunato, la Croce Rossa italiana Benevento, il Ministero dei Beni Culturali CE-BN e dei partners Antum Hotel e Hotel Villa Traiano, si chiama Premio letterario BNBraille perché nasce dalla volontà di condividere con il mondo dei non vedenti e degli ipovedenti le emozioni che un testo letterario può dare                                            Nell’ introdurre la Manifestazione la prof.ssa Donnarumma ha spiegato che tradurre il testo in braille è aprirsi ad altro, quasi a confermare che l’immagine non è tutto, che il mondo intero può essere sognato ed affidato a strumenti di lettura diversi. Il termine braille è capace di evocare un mondo tattile, immaginifico eppure materico, capace, dunque, di donare sguardo a chi non lo ha. Il metodo braille è insostituibile perché rimane l’unico mezzo che non applica un filtro interpretativo alle opere, ma le “trascrive in un altro codice”, permettendo ai non vedenti di avvicinarsi al mondo della lettura. La parola convenzionale viene trasformata, le lettere divengono tracciati che possono essere sentiti, toccati, modulati in un suono. Compito della scrittura è di dare nuovi contorni alle cose, ma soprattutto, come affermava Calvino, forma e ordine al mondo. La scrittura braille svolge questa funzione in modo ancora più puntuale e preciso, sublimando i segni, ridando loro un corpo e uno spessore che non sempre siamo capaci di sentire…”LETTTERATURA DA TOCCARE”.                                                                                                       Il Premio Letterario Benevento Braille, dunque, giunto alla IX edizione, rappresenta ogni anno la parte conclusiva di un progetto, ideato dal dott. Dario D’Auria, Presidente dell’Associazione INSIDE, che ha come finalità rendere co-protagonisti i non vedenti dell’iter di un Premio letterario, nelle fasi della candidatura dei libri, nell’elezione del vincitore e nella cerimonia di premiazione. Il dott. D’Auria, coinvolgendo nel Premio i non vedenti, dà voce e diritti a realtà diverse ed eterogenee, permettendo loro di provare emozioni che solo un testo letterario può offrire. Pertanto ha creato un Premio che coniuga la lettura con un forte impegno sociale.                                                                                                                                            Il valore dell’iniziativa, ha ribadito la Donnarumma, non risiede semplicemente nel contributo simbolico della pubblicazione di edizioni braille e di edizioni ingrandite, ma nello spirito e nella volontà di inclusività che l’anima. Includere è un imperativo categorico dei nostri giorni, infatti ognuno che si fa promotore di iniziative deve imporsi di non escludere nessuno perché tutti hanno diritto di partecipare e tutti hanno diritto a capire, a leggere, ad intervenire.                                                                                                                  Pertanto ogni anno la Giuria del Premio seleziona un libro che risulta vincitore secondo le metodologie condivise dal Comitato scientifico e dal Comitato Direttivo e l’opera viene realizzata in caratteri braille per i non vedenti e in caratteri grandi per gli ipovedenti. Quest’anno è stata scelta l’opera di Andrea Ciresola “ Innumerevoli tentativi di imitazione” People edizioni, nell’ambito della rassegna “Giallo in braille”, tema proposto dal Comitato Scientifico del Premio per il 2024.                                                                                                                                                                                                                                                                                         Prima di procedere ad un vero e proprio dialogo con il vincitore del Premio la coordinatrice ne ha tracciato il profilo. Andrea Ciresola, restauratore di Beni Culturali, artista poliedrico, scrittore, divulgatore di arte contemporanea è nato a Verona, giovanissimo s’inserisce nel campo del restauro dei Beni Culturali dove ottiene eccellenti risultati, dal restauro dei dipinti della casa di Giorgione a Castelfranco Veneto alla progettazione esecutiva delle superfici dell’Arena di Verona. Andrea conosce tutte le tecniche antiche di pittura che attengono alla decorazione d’Arte e di Arte Contemporanea, ma è anche un fervido sperimentatore, infatti, tra l’altro ha realizzato in una villa privata a Colognola ai Colli una nuova decorazione a tempera e pigmenti d’oro. Dal 2009 crea opere d’arte che lo hanno portato a vincere i più prestigiosi premi di Arte Contemporanea come l’arte Laguna Prize di Venezia, il Celeste Prize e il Premio rosso Passione del Museo Maggma. I suoi dipinti sono esposti in Germania, USA, Spagna e in tutta Italia e contemporaneamente è anche illustratore di libri. Si è dedicato anche alla scrittura di testi poetici e teatrali e per la narrativa ha pubblicato vari romanzi e racconti e negli ultimi 2 anni ha scritto tre romanzi gialli che hanno come coprotagonisti il Commissario Zileri e il disegnatore Dario Mellone, nel 2022 “Gli angoli dei numeri”, nel 2023 “Innumerevoli tentativi di imitazione”, il libro premiato e, nell’agosto scorso, ha pubblicato “A regola d’arte”.                                                                           ”Innumerevoli tentativi di imitazione” , ha affermato la Donnarumma, è un intrigante  romanzo giallo, in bilico tra realtà e finzione che coinvolge il lettore sin dall’inizio, immettendolo nella storia e rendendolo partecipe degli accadimenti che vanno svolgendosi sotto i suoi occhi e trae il titolo da quanto è scritto talvolta in alto su alcuni numeri della Settimana enigmistica, infatti la prima vittima del romanzo Paola Maggi Colaprico è segretaria in una tipografia che stampa in esclusiva la rivista “La settimana enigmistica”. Accurata è la descrizione della routine che vivono i vari personaggi, come quella dei luoghi e dei cambiamenti climatici che rispecchiano i vari stati d’animo.  Non vengono trascurati i particolari degli interni degli ambienti come lo studio del questore, le stanze del commissariato o l’interno del carcere, evidenziandone gli odori e i profumi. I vari personaggi sono descritti anche fisicamente in modo dettagliato e vivono in una costante tensione che li porta a dubitare l’uno dell’altro perché, nonostante cerchino di tenere la situazione sotto controllo, si imbattono in gente strana che sembra avere una doppia vita e nascondere qualcosa, restano anche vittime di depistaggi, scoprono efferati delitti, apparentemente commessi da un serial killer. Le vicende si svolgono in una Milano degli anni ’70, quella del terrorismo, degli anni di piombo, quando la violenza era palpabile e comprometteva anche le azioni e i pensieri di tutti.                                                                                                                                                   Importantissimi e significativi per la risoluzione di tutti i casi sono soprattutto i disegni di Dario Mellone, coadiutore del commissario Zileri, personaggio reale, ma descritto in modo romanzato dal nostro autore. Dario Mellone è un grande artista, pittore, disegnatore e illustratore sul Corriere della sera, con cui iniziò a collaborare grazie all’incontro con Dino Buzzati.                                                                                                                                    Alle incalzanti domande della professoressa Donnarumma relativamente all’uso dei disegni di Dario Mellone e agli anagrammi che portano il commissario Zileri alla soluzione dei casi descritti nella storia, l’autore ha risposto che sono entrambi fondamentali perché Mellone con il suo acume riesce a prevedere l’accaduto e lo anticipa rendendolo chiaro con i disegni, mentre gli anagrammi contengono la soluzione, ma in modo criptico. Per quanto riguarda le località presenti nel libro Andrea Ciresola ha chiarito che in parte sono reali e in parte frutto della sua fantasia perché un omaggio a persone a lui care. La Donnarumma ha affermato che l’ autore ha il dono di proiettare il lettore nelle vicende narrate rendendolo co-protagonista dei suoi personaggi permettendogli di penetrare nei loro animi e nelle loro teste. Il linguaggio è adeguato al genere letterario, il giallo, stringato, asciutto nelle descrizioni e nelle riflessioni, ma ben articolato, colorato e colorito nei numerosi dialoghi, soprattutto quelli tra Zileri e Mellone, Zileri e il questore Forni, Zileri e il direttore del carcere Russo.                                                                                           Interessante, infine, ha concluso la Donnarumma, è stato l’inserimento all’inizio del libro dell’elenco dei personaggi in ordine di apparizione specificando le loro mansioni, perché consultandolo di volta in volta ne facilita la lettura.                                                                      Come per le otto Edizioni precedenti alla fine della presentazione del libro all’autore è stata assegnata una targa e all’UICI di Benevento la copia del libro “Innumerevoli tentativi di imitazione” in caratteri braille.  Una targa è stata assegnata anche al giornalista Giulio Borrelli Sciorilli per la capacità innata di diffondere le notizie con garbo e onestà.                                                                                                                                                             Si è passati, poi, nella Sala attigua a quella dell’Antico Teatro ad inaugurare la significativa Mostra dei Pannelli Tattili inerenti alla narrativa del libro.